Prefazione
Si deve al genio di Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde il noto motto secondo cui si può resistere a tutto fuorché alle tentazioni, e l’assioma dello scrittore e poeta irlandese ha trovato l’ennesima conferma nella genesi di questo piccolo libello che stringete tra le mani.
È stato infatti impossibile non accogliere la proposta di Nico Malvaldi, Luca Serasini e del “Cantiere Nuovo” complessivamente inteso di prendere parte, in veste di curatori della parte letteraria, al progetto di fare di Marina di Pisa, almeno per una porzione di mezza estate, una piccola capitale dell’erotismo. Un’iniziativa brillante, originale e folle che ci ha subito sedotti e conquistati, spingendoci a fare del nostro meglio per regalare a loro e a voi una raccolta di racconti e liriche che fosse all’altezza dell’idea che l’ha originata.
Crediamo di esserci riusciti. Non lo diciamo per nostra vanagloria, ma per rendere merito a tutti gli autori che con entusiasmo pari al nostro hanno accettato il nostroinvito e soprattutto la sfida, per nulla semplice, di consacrare, attraverso la parola scritta il connubio tra l’eros e questa piccola città di mare e i suoi abitanti.
Le novelle e le poesie che trovate di seguito, ambientate tra le strade, le piazze, le spiagge e la pineta marinesi sono infatti la riprova che solo l’arte può raccontare quel mescolarsi di brividi, tensioni, orgasmi, tremori e stupori che prende il nome di passione.
Mariangela Mori e Fabrizio Bartelloni
Minuti
di Stefania Giammillaro
DA DOMENICA 11 LUGLIO
VOTALE SULLA APP DI MARINA EROTICA
Nell'oscuro corpo pietroso della Gorgona
di Jonathan Rizzo e Ilaria Giovinazzo
La notte come ruffiana complice
nel silenzioso frastuono
ripetuto desiderio osservatore luminoso ossessivo cavernoso
tra il lunare fare l’amore col mare.
Tu lontana roccia del mio corpo
irraggiungibile a farsi porta
dalle mani maltata marea lattea.
Sei Lei, Gorgona pietrificante.
Frastornata donna nel segreto velo
tenda della notte.
Palmo dell’amante
Ogni linea fiume che rivela
fantasia della carne.
Avvolta
Luce nel buio
nottambula,
nascosta protetta
dagli anfratti
delle mie scoscese sponde.
Emergo tenebra
chiara
risplendente riflesso
nudo bianco corpo di luna.
Ti bacio muta
mentre
con le mani lavori rocche in valli,
grotte modelli per farne fiori e palme.
Sentieri tracci
nei sacri luoghi della mia carne
pietrosa
fame viva in fiamme.
Immagine lontana ad occhi smorti
desiderio di te
tra le mani
tocchi corti
ai sensi colmi.
Toccala
Puoi toccarla.
Intenso nel farlo.
La realtà corrompe la fantasia
e la consuma.
Appena toccata dissolta,
tornata donna di pietra
isola nell’ombra notturna.
Rimasto solo uomo di carne desiderosa
in attesa come l’isola
lontana, come l’isola pietrosa.
Donna Gorgona, compagna sponda.
DA DOMENICA 11 LUGLIO
VOTALA SULLA APP DI MARINA EROTICA
Minuti
di Stefania Giammillaro
Risucchiata dalla spuma bianca delle onde
mi perdo avvolta dal caldo ventre della tua lingua.
Trascinata,
donna,
dalla tua veemenza
maschio.
Mi lasci stendere
abbandonata, lungo il piccolo molo,
lieve altura che cinge e sovrasta
quell’unica fascia di spiaggia…
Così, decidi di possedermi
ancora.
Solo tua.
Le labbra accolgono il tuo sesso
Fino a sentirmi soffocata
dentro,
della sua spuma marina.
Mentre il tuo animo vergine,
spoglio,
di carne nuda,
fugge
ancora,
da me.
Tramuto in grida di piacere,
il muto amplesso.
La mia schiena disegna un cerchio.
I miei pugni,
si arrendono
agli aguzzi scogli intorno
e le cicale intonano alla luna l’ultimo canto
all’unisono con il tuo orgasmo,
che esausto sfoghi,
ancora,
su di me.
Riposa, adesso, in te la mia inquietudine,
tormentata bellezza,
per pochi attimi...di dissacrato amore.
Così mi anniento,
erigendo muro interminabile di socievole indigenza.
Lasciando che tu ti nutra
di innocente pudore.
Nonostante tutto,
ti ho concesso,
ancora,
un ultimo atto.
DA DOMENICA 11 LUGLIO
VOTALA SULLA APP DI MARINA EROTICA
Arde la fiamma dei vivi
di Vincenzo Mirra
Nel cielo di Marina
del suo infinito azzurro traboccante
tra i rami della pineta silenziosa
le vesti slacciate appena, sollevate un poco
la mano che per prima esplora
odore di resina e di sesso
i sospiri, come un venticello di brezza dal mare
che penetra il cespuglio in ombra sotto il ramo
e il cinguettare d’un canto marino
dentro la tua bocca, singhiozzando il mare
fino all’abisso nella gola.
Arde la fiamma dei vivi
sulla brace dei nostri corpi seminudi.
Nuoto dentro di te
Orgasmo di tutti i sensi:
le dita sono prua del piacere,
la mia lingua una carnosa vela,
Il mio legno il virgulto marino che ti abita
e gode.
Abito il giaciglio degli aghi di pino
Che mi pungono il fianco sinistro mentre ti prendo ancora
dalla schiena, prima che il sole tramonti
sotto l’ultima linea del giorno
d’un orizzonte d’oro davanti a Bocca d’Arno
mentre io, qui, nella pineta, ti sto sulle nude sponde lucenti
e il tuo culo è un sole che infiamma più del sole vero.
Voglio prendere la doppia cittadinanza:
tra le tue gambe e nella tua bocca.
Voglio bruciare e incendiare la Vita.
Voglio il sacro e il supremo dell’altare del tuo Monte di Venere.
In te volo d’uccello
Nel tuo cielo stendo la mia ala
Ti volo dentro
Il cazzo lungo e duro come trave alare
Tu ordinata portante del mio volare
Scivolo lungo e dentro di te
Percorrendo e scuotendo ogni luogo del tuo corpo
Sferzando e fendendo nel tuo ventre carnale
Tutta la sostanza del mio amore
Tutta la materia del mio corpo amante.
Ho ancora voglia di abitarti
Ho ancora voglia di succhiarti
E un desiderio sfrenato e feroce di affogarmi tra le tue cosce
Di toccarti e tiribillare i magnifici seni turgidi e roteanti
come fiaccole stellari che ti infiammano il petto
e incendiano la punta sciabolante del mio sesso.
Ho voglia di spalmarti addosso ogni verso che uscirà da me
Versandomi su te:
Ti colo
Mi coli
Ti bevo,
come se un fiume sotterraneo riemergesse
dall’Origine del Mondo [L’origine du monde
la splendida linea che solca la carne,
per uscire e fluire ancora
Sorseggiando tra le tue cosce
sorgente di piacere a cui ubriacare
il desiderio di baciare con la mia lingua
il sole.
La lingua brucia
e tra le gambe batte forte il cuore.
Lasciare una goccia di sperma cadere
Di fianco al cespuglio di more
per dare alla terra un seme d’amore
tra i rami della pineta silenziosa
al riparo del segreto marittimo delle chiome dei pini
lussureggianti d’una brezza d’aria marinese
Nel cielo di Marina sono spuntate le stelle
La sera nella pineta è figlia di questi versi.
Così, vive il poeta
Nel cuore della terra.
DA DOMENICA 11 LUGLIO
VOTALA SULLA APP DI MARINA EROTICA
di Veronica Manghesi
Ieri
Non riesco a ricordare il momento esatto
in cui ho smesso di vivere di te,
di averti nei pensieri come pula di grano
soffiata dal riso di un bambino.
Forse ieri, al declinare del tempo sognato,
del modo imperfetto del respiro sciolto
dal gemello della stessa gabbia toracica,
nel mulinello giocato da un Dio scalzo.
Ricordo scapole divaricate in scie d’aereo
e ginocchia slegate dal gambo di peonie
sfacciate, piluccate come in un rosario
dedicato al Creatore che si fa creatura.
Ieri, il bacio di ombelichi ubertosi,
morsi per cuccioli affamati di vecchie fole
di fianchi d’argilla slegati dall’impaccio
di cintole troppo strette per i nostri incastri.
M’è testimone la livida Gorgona,
laggiù stesa, muta tentatrice:
ieri, mi ricordo, ma non tu e quando
ho smesso di averti folle fra i miei capelli.
Piovi
Avevo timore di quel cielo,
stupore e meraviglia di quel nero
prima che cadesse la pioggia a terra
ad impastare pine e pinoli
e le nostre bianche carni.
Chissà se quando vieni
tu muori come il cielo muore quando tuona.
E viva mi sento, sul limite di me stessa,
ai confini del mio potere
alta più di questa pineta.
Piovi.
La Ciambella
Soffice e dolce
quello zucchero sulla ciambella
ti rimane sulle labbra quando le stacchi
e se le scorri sulla lingua si fa solido,
allora un altro morsino,
perché quello zucchero ti piace,
ti impolvera e ti piace ancora,
le labbra sempre più bianche e turgide,
la gola aperta ed accogliere,
con la gioia di una conquista,
l’orgoglio di un premio,
il piacere del calore di questa ciambella
che da tanto rimiravi nella vetrina
del Barrino, ogni mattino,
ed ora sai che era proprio come sembrava:
zucchero fra le labbra.
Nell'Antro
Antro disiato
dall’impervio accesso
in cui si snoda la spinta
del sangue,
del riso, del gioco,
si svolge il fiocco
del comune sentire,
si avvolge l’urgenza
di tamburi lontani
e ninfe in estasi
sulle spalle di Dioniso.
Taci, fra questi scogli celati,
che non ci sentano
i passanti distratti
dal garrire dei gabbiani
alla scomparsa del sole.
Taci, l’ansimo galoppante,
e vieni nel mio antro:
per te increscioso assenzio
e nettare colante,
fra danze di braci ardenti.
DA DOMENICA 11 LUGLIO
VOTALE SULLA APP DI MARINA EROTICA
Amare (Marina di Pisa)
di Alessandro Scarpellini
Il vento
portava l’odore delle onde
lievi e segrete
in quelle carezze inattese
di morsi e di resina,
di sogni avvinti
da un misterioso flusso
di rugiada e brina.
Poco più in là Via Milazzo
rideva
costeggiando la pineta
di baci e radici
rami e pruni fioriti.
Tu mi facevi tacere
dandomi da bere
i tuoi segreti di donna.
E i nostri corpi ondeggiavano
nella mistica sghemba
del piacere e della dolcezza.
Non c’era domani,
non esisteva ieri.
Eravamo noi il mare.
DA DOMENICA 11 LUGLIO
VOTALA SULLA APP DI MARINA EROTICA
di Roberta Leone
Sorride
la tua bocca
sorride ai miei occhi
le tue mani si avvicinano...
cercano le mie ginocchia
per risalire
con dolcezza
fra le mie cosce nude.
Accarezzi i miei fianchi
e poi.....
mi prendi,
mi porti a te vicino
ti sento
ti muovi piano
mi fai tremare
mi fai aspettare...
Continui a giocare
ma io voglio
sentire ancora
e ti prego non ti fermare.
Baciami
Baciami,
sulla bocca socchiusa
in attesa,
accarezza i miei fianchi
con le tue mani ignude.
Prendimi, avvolgimi
nel tuo desiderio,
respira sul mio ventre
fai tremare le mie gambe.
DA DOMENICA 11 LUGLIO
VOTALA SULLA APP DI MARINA EROTICA