Marina Erotica trasparente

    Arde la fiamma dei vivi
    di Vincenzo Mirra

     

    Nel cielo di Marina

    del suo infinito azzurro traboccante

    tra i rami della pineta silenziosa

    le vesti slacciate appena, sollevate un poco

    la mano che per prima esplora

    odore di resina e di sesso 

    i sospiri, come un venticello di brezza dal mare

    che penetra il cespuglio in ombra sotto il ramo

    e il cinguettare d’un canto marino

    dentro la tua bocca, singhiozzando il mare

    fino all’abisso nella gola.

    Arde la fiamma dei vivi

    sulla brace dei nostri corpi seminudi.

    Nuoto dentro di te

    Orgasmo di tutti i sensi:

    le dita sono prua del piacere,

    la mia lingua una carnosa vela,

    Il mio legno il virgulto marino che ti abita

    e gode.

    Abito il giaciglio degli aghi di pino

    Che mi pungono il fianco sinistro mentre ti prendo ancora

    dalla schiena, prima che il sole tramonti 

    sotto l’ultima linea del giorno

    d’un orizzonte d’oro davanti a Bocca d’Arno 

    mentre io, qui, nella pineta, ti sto sulle nude sponde lucenti

    e il tuo culo è un sole che infiamma più del sole vero.

    Voglio prendere la doppia cittadinanza: 

    tra le tue gambe e nella tua bocca. 

    Voglio bruciare e incendiare la Vita.

    Voglio il sacro e il supremo dell’altare del tuo Monte di Venere.

    In te volo d’uccello

    Nel tuo cielo stendo la mia ala

    Ti volo dentro

    Il cazzo lungo e duro come trave alare

    Tu ordinata portante del mio volare

    Scivolo lungo e dentro di te

    Percorrendo e scuotendo ogni luogo del tuo corpo

    Sferzando e fendendo nel tuo ventre carnale

    Tutta la sostanza del mio amore

    Tutta la materia del mio corpo amante.

    Ho ancora voglia di abitarti

    Ho ancora voglia di succhiarti

    E un desiderio sfrenato e feroce di affogarmi tra le tue cosce

    Di toccarti e tiribillare i magnifici seni turgidi e roteanti 

    come fiaccole stellari che ti infiammano il petto 

    e incendiano la punta sciabolante del mio sesso.

    Ho voglia di spalmarti addosso ogni verso che uscirà da me

    Versandomi su te:

    Ti colo

    Mi coli

    Ti bevo,

    come se un fiume sotterraneo riemergesse

    dall’Origine del Mondo [L’origine du monde 

    la splendida linea che solca la carne,

    per uscire e fluire ancora

    Sorseggiando tra le tue cosce

    sorgente di piacere a cui ubriacare

    il desiderio di baciare con la mia lingua 

    il sole.

    La lingua brucia 

    e tra le gambe batte forte il cuore. 

    Lasciare una goccia di sperma cadere

    Di fianco al cespuglio di more

    per dare alla terra un seme d’amore

    tra i rami della pineta silenziosa

    al riparo del segreto marittimo delle chiome dei pini

    lussureggianti d’una brezza d’aria marinese 

    Nel cielo di Marina sono spuntate le stelle

    La sera nella pineta è figlia di questi versi.

    Così, vive il poeta

    Nel cuore della terra.

     

    DA DOMENICA 11 LUGLIO
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